La risicoltura necessita sempre più di un processo di revisione delle modalità di coltivazione al fine di creare un agroecosistema ad alta sostenibilità ambientale. Il progetto RISTEC intende diffondere l’impiego di tecniche alternative, quali la sommersione invernale dei suoli, il sovescio di colture intercalari e le lavorazioni conservative, ritenute particolarmente idonee a superare criticità intrinseche alle agrotecniche tradizionali quali la riduzione della dotazione in sostanza organica del suolo e quindi della sua fertilità chimica e biologica, la bassa efficienza d’uso dei fertilizzanti azotati di sintesi in risaia il rischio di emissione in atmosfera di gas sera (es. metano).
La risicoltura italiana è fortemente specializzata in termini di localizzazione territoriale, di concentrazione delle strutture produttive, nonché a livello aziendale. Le aziende risicole, per le peculiarità agronomiche e colturali dell’agroecosistema in cui operano, necessitano sempre più di processi di revisione e di ottimizzazione delle modalità di coltivazione che adottano.
L’areale risicolo è caratterizzato da un elevato valore naturalistico e deve mantenere e potenziare la sua connotazione per sfruttare l’immagine positiva che lo rende unico. La persistenza in una larga parte del bacino risicolo lombardo-piemontese degli agroecosistemi tradizionali, ha garantito un mantenimento della biodiversità che ha permesso la loro inclusione nella rete ecologica europea Natura 2000 (HABITAT Directive, 92/43/EEC).
La sostenibilità agro-ambientale di tali sistemi produttivi può essere ulteriormente incrementata adottando pratiche agronomiche innovative per le quali sia maturata una approfondita comprensione dei processi che le compongono seguita da un trasferimento efficace alle aziende delle conoscenze scientifiche, tecniche e operative che le caratterizzano.
I metodi di coltivazione convenzionali adottati in risicoltura rendono talvolta critica la sostenibilità dell’agro-ambiente tipico della risaia per diverse ragioni tra cui:
L’adozione di tecniche alternative ancora poco esplorate nell’areale risicolo lombardo, quali la sommersione invernale dei suoli, l’agricoltura conservativa e l’utilizzo di colture intercalari da sovescio può potenzialmente fornire soluzioni ai problemi evidenziati qualora queste vengano condotte considerando le specificità degli ambienti in cui vengono applicate e cioè tenendo conto delle proprietà del suolo, così come delle esigenze varietali e della gestione del territorio in cui si intende realizzarle.
L’ancora limitata diffusione di queste agrotecniche è imputabile alla mancanza nelle aziende di conoscenze dei dettagli operativi che le caratterizzano, ma soprattutto alla carenza di azioni divulgative rivolte agli operatori del settore da un lato tese a dimostrare gli effetti positivi sulla sostenibilità dell’agrosistema risicolo che possono scaturire da una loro corretta applicazione, dall’altro alcune loro criticità intrinseche quando riferite alle specificità e alla variabilità delle condizioni pedo-colturali della risicoltura lombarda.
Sommersione invernale
Agricoltura conservativa
Sovescio
Il progetto “RISTEC- Nuove tecniche colturali per il futuro della risicoltura” finanziato nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 di Regione Lombardia (Sottomisura 1.2 “Sostegno a attività dimostrative e azioni di informazione; Operazione 1.2.01 “Progetti dimostrativi e azioni di informazione”) si prone di diffondere tra i risicoltori, a partire da informazioni ed esperienze maturate in pregresse attività di sperimentazione scientifica, competenze per l’applicazione delle tecniche di sommersione invernale dei suoli, di sovescio di specie leguminose e di agricoltura conservativa dimostrandone gli effetti positivi quando messe a punto considerando specificità territoriali e aziendali.
In senso più generale il progetto RISTEC si pone l’obiettivo di diffondere buone pratiche agricole, che rendono la risicoltura più sostenibile dal punto di vista ambientale, di incrementare l’efficienza dei mezzi di produzione (acqua, fertilizzanti, carburanti ed energia nel suo complesso) e di ridurre le emissioni in atmosfera di gas serra, quali metano, ammoniaca e protossido di azoto.
Destinatari del progetto sono tutti i risicoltori italiani, a partire dalle aziende presenti sul territorio regionale lombardo, con un riferimento particolare a quelle che si avvalgono della gestione biologica e/o che ricadono interamente o in parte in aree protette (ZPS, rete Natura 2000, ecc.). La diffusione capillare tra i destinatari delle tematiche e delle attività del progetto è perseguita anche attraverso il coinvolgimento costante di tecnici operanti nel settore, appartenenti alle società private produttrici e distributrici di mezzi tecnici, alle associazioni di categoria, ai consorzi di irrigazione e bonifica.
Le attività inoformative e dimostrative si articolano in:
Giornate divulgative
Workshops
Convegno finale
La sommersione invernale offre numerosi vantaggi per l’agroecosistema e per l’azienda risicola. I suoi effetti hanno ricadute positive sul bilancio idrologico delle aree risicole, sul turnover dei residui colturali, sulla biodiversità, nonché sulla produttività della risaia.
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Il sovescio di una coltura intercalare in risicoltura rappresenta una valida possibilità di miglioramento della fertilità dei suoli, in generale compromessa dalla continua monosuccessione. Correttamente gestito, il sovescio consente un incremento produttivo del riso ed una maggiore sostenibilità economica ed ambientale.
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Nell’ambito delle tecniche di agricoltura conservativa, la minima lavorazione e la semina su sodo rappresentano una valida opportunità per una risicoltura innovativa e sostenibile, rivolte ad un risicoltore attento all’agroecosistema ed interessato a ridurre i costi aziendali.
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